Cosa accadrebbe se a James Joyce venisse rifiutato ogni libro? E se Tolstoj fosse ospitato in radio a Roma, per ascoltare il parere di Ilaria da Foggia? E se William Shakespeare finisse alla sbarra con l'accusa di plagio? Sono solo alcuni dei ritratti paradossali che questo libro ha in serbo per il lettore. Con una prosa scanzonata, "L'unico scrittore buono è quello morto" illumina splendori e miserie del mondo letterario, senza risparmiare i mostri sacri. Autori e lettori, editori e traduttori finiscono in un frullatore di racconti che miscela una metafisica Praga ribattezzata Kafkania (dove i bordelli si chiamano "Il castello\
DATA | 2012 |
ISBN | 9788866320845 |
NOME DEL FILE | L' unico scrittore buono è quello morto.pdf |
DIMENSIONE | 3,26 MB |
AUTORE | Marco Rossari |
L'unico scrittore buono è quello morto di Marco Rossari (e/o 2012) è un libro che va tenuto sul comodino a lungo, centellinato nella lettura, diluito nel tempo. Io ho commesso l'errore di ritenerlo un romanzo, sebbene dalla composizione aforistica e frammentata, e di leggerlo integralmente, senza intervalli, con continuità.
di Gianni Biondillo. Marco Rossari, L'unico scrittore buono è quello morto, E/O, 214 pagine. La letteratura che parla di se stessa - che parla di libri, di scrittura e di autori - è un genere a sé stante, genere nobile e di antica tradizione.