In 150 anni l'Italia unita ha fatto molti progressi. Il numero dei suoi abitanti è quasi triplicato. Non è più paese di emigrazione, anzi ha ora oltre 4 milioni di immigrati. La speranza di vita dei suoi abitanti è più che raddoppiata e la mortalità infantile è oggi cento volte minore di quella del 1861. L'analfabetismo è sceso dal 78 a meno del 2 per cento. Tutto ciò è avvenuto nonostante la presenza di un agente storico, come lo Stato italiano, tanto debole. Quanto diversa avrebbe potuto essere la storia italiana se il nostro Paese avesse avuto fin dal principio una costituzione "efficiente\
DATA | 2011 |
ISBN | 9788815233783 |
NOME DEL FILE | L' Italia: una società senza stato?.pdf |
DIMENSIONE | 2,53 MB |
AUTORE | Sabino Cassese |
Sabino Cassese, nel suo bel libretto "L'Italia una società senza stato?" (Il Mulino, 2011) parte dalla constatazione che nel corso della storia unitaria del Paese "è stata frequentemente segnalata la debolezza dello Stato", la quale è stata attribuita a cause diverse, "ma principalmente alla mancata integrazione del popolo nelle istituzioni".
"L'Italia società senza Stato?" Ecco gli otto punti deboli l'Unità.it. L'annuale lettura del Mulino tenuta a Bologna da Sabino Cassese, giurista e giudice della Corte Costituzionale che ha tracciato un'analisi del Paese dall'Unità a oggi.